I valori della cooperazione internazionale allo sviluppo sono a rischio
Lug 06 2019Si vuole mettere in discussione la cooperazione internazionale allo sviluppo. Quei principi e valori di solidarietà, relazione e reciprocità con il resto del mondo.
Con la legge di assestamento di bilancio la giunta provinciale ha proposto di abolire la quota simbolica dello 0,25% del pil destinato alla cooperazione internazionale allo sviluppo. È una cifra simbolica, non mette sicuramente a rischio le attività del nostro territorio coperte con il 99,75% del pil. E’ simbolo di un’idea di mondo, aperto, solidale, curioso e che vuole mettersi in relazione responsabilmente con l’altro e l’altrove. Ma allora se parliamo di valori così universali e riconosciuti, perché mettere mano a queste risorse? Davvero il 99,75% delle risorse non ci bastano? No, noi non crediamo che toccare lo 0,25% sia fatto per rimettere a posto altre partite. Crediamo serva per dare un chiaro messaggio.
Si tocca questa percentuale simbolica per raccontare che il mondo che ci siamo sempre immaginati fino ad ora debba essere sostituito con un mondo chiuso, pieno di rancore ed egoista attraversato dall’insensibilità e dalla sopraffazione. Un mondo dove la solidarietà, la reciprocità, l’empatia e la coesione sociale non avranno più posto, dove il senso di stare al mondo sarà dato solo dal famoso detto ‘mors tua, vita mea’.
Questa quota, una percentuale simbolica per noi, ma così significativa nei nostri paesi partner, esiste per dare tutela ai più vulnerabili che non hanno nessuno che li difenda, che porti avanti le loro cause. Stiamo parlando per esempio di Hoa, una guaritrice vietnamita che ha trovato in uno dei progetti di GTV una possibilità di generare un piccolo surplus di reddito dalla vendita delle piante medicinali che con sapienza raccoglieva in foresta. E così ha potuto mandare le sue figlie a scuola. Abbiamo raccontato la sua storia in un toccante documentario che è stato selezionato dal più importante festival dei documentari a Firenze nel 2018. Stiamo parlando di Dinh una signora che deve percorrere 8 km al giorno per recuperare l’acqua potabile da utilizzare in casa perchè non c’è nessuna fontana nel suo villaggio abbarbicato nei ripidi pendii delle montagne al nord del Vietnam. Quando ha saputo che GTV stava per costruire un acquedotto per il suo villaggio si è emozionata ed ha pensato ai suoi figli che forse potranno dedicarsi ad altro piuttosto che perdere ore e ore ogni giorno per procurarsi acqua. Abbiamo raccontato la sua storia in una mostra fotografica esposta a Trento lo scorso Aprile.
Hoa e Dinh sono solo 2 esempi delle più di 1.000 persone che abbiamo raggiunto nel 2018 in Vietnam con progetti finanziati da Provincia Autonoma di Trento tramite lo 0,25% ed altri donatori. Essi non potranno più beneficiare delle attività che da ormai 20 anni caratterizzano il nostro operato di sviluppo di comunità. Destinare una percentuale simbolica del proprio pil ad attività di cooperazione internazionale allo sviluppo (l’indicazione era lo 0,7%) è un’idea nata in seno alle Nazioni Unite come suggerimento per ogni governo nazionale o locale. Danimarca, Svezia, Norvegia, Unione Europea e tanti altri lo hanno fatto e continuano a farlo. Anche noi, nel nostro piccolo qui in Trentino eravamo una delle realtà in Italia più citate e più guardate con interesse a livello nazionale per questo impegno preso nel lontano 1991. Ora che questo impegno viene meno, si chiudono tutte quelle esperienze consolidate che avevano creato relazione, speranza ma anche competenze e professionalità.
Ma no, noi non staremo solo a guardare distruggere tanto valore e tanta umanità. Anche perché l’umanità, l’amore e la solidarietà non si distruggono, ma al contrario, se si attaccano così duramente, poi rinascono più forti e con più convinzione di prima. Come i tanti boschi trentini che dopo la tempesta Vaia sono andati distrutti, ma ora, grazie alle tante piccole creature del bosco stanno ricrescendo più verdi e con più speranza di prima.
Ulteriori approfondimenti:
- Trentino: «Il Trentino resti solidale, non tagli l’aiuto ai Paesi poveri»
- Il Dolomiti: «Una percentuale minima del bilancio trofeo per assessore che non ci parla'', le associazioni critiche per l'abolizione dello 0,25% per la solidarietà internazionale»