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Il viaggio di Lorena - Vietnam Solidale con GTV

Nov 07 2024

Sono tornata da 2 settimane da un bellissimo viaggio in Vietnam. Il tempo giusto perché le immagini, i gusti, le emozioni si siano un po’ sedimentate e mi permettano di scrivere un pensiero sul mio percorso.
Bellissimi paesaggi, di un verde luminoso, con tocchi di giallo dorato e scrosciare di acque, in ruscelli e cascate al nord, lenti fiumi al sud.
Dolcissimi sorrisi sia nelle persone incontrate lungo i cammini del nord, sia nei guidatori di motorini nelle città e nei barcaioli dei canali.
Buonissimo cibo, condiviso sui tavoli imbanditi, talora consumato in scomode posizioni a terra, cucinato anche con la nostra collaborazione sulla nave e in una homestay, da intingere (ormai bravissimi a usare i bastoncini) nelle ciotole di salsa dolce o piccante.
Su questo sfondo ho richiamato alla mente alcuni episodi che mi hanno fatto ragionare sul mio viaggio.
Nel distretto di Xin Man era il tempo della mietitura del riso, che veniva tagliato e raccolto in fastelli a mano con falcetto e trebbiato nei campi con rudimentali macchine rotanti ( due mazzi a testa in due persone). Ci hanno fatto provare ed alcuni di noi si sono divertiti a far staccare i chicchi di riso dai fastelli facendoli scorrere lungo questi cilindri per cadere a terra sui teloni predisposti.
A un certo punto un donna con un bimbo sulla schiena ( una nonna verosimilmente) che sorvegliava le operazioni con un espressione sul volto inusualmente seria, quasi imbronciata, si è avvicinata alla trebbiatrice e con fare deciso ha afferrato due mazzi e molto rapidamente li ha fatti ripulire dai chicchi di riso, proseguendo poi velocemente nel lavoro e dando il ritmo ai suoi aiutanti che si erano attardati a causa della nostra presenza. E allora mi sono sentita a disagio, come se avessi guardato il loro fare con l’occhio compiaciuto del turista che ha “ buon tempo”.
Buon tempo che abbiamo però condiviso con i locali nella homestay di Khuon Lung, dove, dopo un’ottima cena condita anche da numerosi brindisi di “vino Vietnamita”( distillato di riso fermentato), abbiamo partecipato a una festa di balli e canti tradizionali, testando i salti sopra le canne di bambù e concludendo con un magico cerchio intorno al fuoco: danza Xoe dell’etnia Thai, che ho scoperto è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
Danzare insieme ci ha fatti sentire parte di una comunità accogliente e le diversità culturali si sono sciolte al ritmo della musica. E intanto girava tra i presenti una coppetta di Cốm, il riso verde glutinoso del nuovo raccolto, simbolo di freschezza, rinnovamento e vitalità.
Alla Pagoda Keo di Hanh Thien c’erano tante persone, per una festività celebrata con la visita alla pagoda, la presentazione delle offerte e vari rituali di preghiera,e anche con una serie di bancarelle che vendevano ogni tipo di dolce. Girando per il tempio ho incontrato due donne con un bambino piccolo in braccio, piangente, che vedendomi si è disperato ancora di più, forse spaventato dal fatto che mi percepiva diversa. Il mio sorriso non è bastato e allora istintivamente ho estratto il cellulare e gli ho mostrato una foto della più piccola delle mie nipoti, a dire : sono una nonna anch’io, non ti preoccupare. Il piccolo si è zittito un attimo incuriosito, riprendendo poi a frignare. Dopo un bel po’ di tempo, uscendo dalla pagoda e girando per il mercatino ho incontrato nuovamente la nonna, la madre e il bambino e mi sono trovata le mani piene di castagne donate con un grande sorriso. Anche senza parole avevamo comunicato, ci eravamo dette chi eravamo e sopratutto cosa ci accomunava.
E ho pensato ai simboli umani dell’offerta, presenti in tutte le religioni, offerta per avvicinare a noi il divino, per ottenere una risposta positiva nella nostra vita, per ringraziare.
E così ringrazio per le tante altre esperienze di questo viaggio, contenta di aver navigato nelle acque non proprio limpide della baia di Ha Long, nei canali fluviali di Trang An, luogo magico ricco di spiritualità, lungo il delta del Mekong, di aver camminato su sentieri immersi nella natura o percorso in bicicletta strade di cittadine industriose, di aver visitato acquedotti, cisterne, orti, librerie e di aver salutato tanti tanti bambini nelle scuole dove opera GTV.

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